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Immagine del redattoreLara S.

Messico: Celestún e Uxmal

Alla mattina della partenza per Celestún ci dirigiamo al garage dell'Hotel a riprendere la nostra macchina, un edifico abbandonato con i muri scrostati, ragnatele da tutte le parti e l'erba che cresce tra il cemento della pavimentazione. Sempre meglio del cortile di fianco al garage, dove all'arrivo siamo entrati per errore trovando una lavatrice in funzione che scaricava sul prato, la carcassa di una vecchia auto abbandonata e gli abitanti del condominio annesso che ci fissavano. Tutto ok! Abbiamo chiesto indicazioni a uno di questi simpatici condomini che ci ha prontamente indicato il portone di fianco, per nostro gran sollievo.

Percorriamo l'ora e mezza di strada che separa Mérida da Celestún e ci ritroviamo sulla costa opposta rispetto a Cancún. Notiamo in lontananza alcuni fenicotteri rosa e questo ci rassicura sulla nostra scelta tra Rio Lagartos e questa riserva, fortunatamente non ci siamo persi i fenicotteri!

Proviamo inizialmente a spingerci verso le spiagge anche se sulla strada notiamo che ci sono alcuni centri che propongono gite in barca tra le mangrovie. L'idea era di parcheggiare la macchina e girare a piedi ma troviamo un gran caos quando arriviamo nel piccolissimo centro di Celestún e non sapendo bene dove andare, decidiamo di fare ritorno alla prima struttura vista sulla via, che poi scopriamo essere il “Parador Turístico de Celestún”. L'ingresso si trova sulla sinistra appena superato il ponte che porta al centro della cittadina e dispone di un ampio parcheggio e di un molo da dove partono i tour. All'arrivo in biglietteria ci accolgono dei simpaticissimi procioni che si fanno fotografare e avvicinare nella speranza di scroccare ai visitatori un po' di cibo.

Ci mettiamo in attesa che arrivino altri turisti in modo da condividere un tour e spendere meno. Il tour comprende la visita ai luoghi dove si trovano i magnifici fenicotteri rosa, il passaggio all'interno di un tunnel di mangrovie e una fermata al “Ojo de Agua”, delle pozze in mezzo alle mangrovie che a seconda del periodo si trasformano in piscine di acqua turchese. Il prezzo per un tour di questo genere è di 250 pesos a testa se la barca è piena (6 persone) e la durata è di circa un'ora e mezza, pagamento solo in contanti. Cercate di arrivare abbastanza presto o comunque entro l'ora di pranzo perché è possibile che dopo le 15,30 sia più difficoltoso trovare i fenicotteri, che nel pomeriggio si allontanano per riposarsi.


Tunnel di mangrovie

Incantati dal colore rosso dell'acqua, sfrecciamo con la nostra barca tra le mangrovie, ammirando diverse specie di uccelli marini e paesaggi stupendi. All'Ojo de agua ci ritroviamo completamente immersi nel verde, la sensazione è bellissima e la voglia di rimanere a oltranza è tanta, sperando che i turisti se ne vadano per poter godere del silenzio della natura e del canto degli uccelli. Sfortunatamente la nostra fermata è di “máximo diez minutos” come indicato dalla guida all'arrivo, e così torniamo rassegnati e per ultimi alla nostra barchetta.


Dopo questo meraviglioso tour, ci dirigiamo nuovamente verso il centro: ci riproviamo! Essendo l'ora di pranzo, la situazione si è molto calmata e pagando alcuni pesos a uno dei parcheggiatori abusivi ecco il nostro posticino riservato all'ombra, che lusso!


Dopo pochi passi ci ritroviamo sulla spiaggia, il mare non è quello della costa di Cancún ma ha comunque un bel colore e vicino a riva troviamo alcuni pellicani che si riposano facendosi portare su e giù dalle onde. C'è un'atmosfera completamente rilassata e troviamo pochi altri turisti, si vede che la stagione deve ancora partire. L'unico ristorante aperto è La Palapa e si trova proprio sulla spiaggia, con i tavolini fronte mare dove mangiare con i piedi nella sabbia. Qui ci gustiamo degli incredibili Camarones al coco, i migliori di tutta la vacanza, sorseggiando della birra mentre ci godiamo il paesaggio.

Dopo un breve bagno (da parte di Alessandro, io non ho avuto il coraggio visto il vento che tirava), siamo pronti per le 2 ore di macchina che ci porteranno a Uxmal.

Attenti al Giaguaro
Hacienda Uxmal

Abbiamo prenotato alla Hacienda Uxmal Plantation & Museum, un posto idilliaco a pochi passi dal sito archeologico dove ti sembra di vivere nel passato. Le stanze sul corridoio aperto dotato di sedie a dondolo e tavolini in legno dove sedersi per ammirare il giardino e le vecchie foto dei fondatori dell'Hacienda, hanno tutte grandi finestre dalle quali al risveglio ho potuto osservare piccoli pappagallini colorati che cantavano e mangiavano tra gli alberi proprio di fronte a me. Questa struttura storica è davvero caratteristica, con vecchi arredi in stile spagnolo e maya tenuti impeccabilmente. Si dice che qui abbiano alloggiato personaggi di spicco come la regina d'Inghilterra e Jacqueline Kennedy.

Il giorno seguente ci dirigiamo al sito archeologico di Uxmal alla mattina presto. Visto l'alloggio a poca distanza, abbiamo potuto essere tra i primi ad entrare evitando quindi l'affollamento. Il sito è tutto per noi! Questo è l'unico sito maya dove non ci hanno lasciato entrare con lo zaino, quindi meglio organizzarsi prima con tutto il necessario in una piccola borsa.

Non penso di esagerare se dico che questo è per me il sito maya più bello! E' molto grande e dispone di diversi edifici, uno più affascinante dell'altro. E pensare che gli scavi sono ancora in corso, posso solo immaginare cosa diventerà questo posto tra qualche anno.

La casa dell'indovino è un imponente tempio alto 35 metri, visibile tra la vegetazione da ovunque ti trovi. E' possibile vederlo spuntare tra gli alberi da Casa de las Tortugas, punto tra l'altro perfetto per fare le foto dall'alto.

Dal Cuadrángulo de las Monjas con i suoi bellissimi elementi decorativi, passiamo sotto l'arco dirigendoci al Juego de la pelota dove diversi iguana prendono il sole . La visita prosegue attraverso la Gran Pirámide e il Palacio del Gobernador per chiudersi in un giro ad anello che finisce proprio dietro alla Casa del Adivino. Visitare questo sito così suggestivo ci è costato 500 pesos a testa, quasi la stessa cifra di Chichén-Itzá. Credo che meno turisti decidano di avventurarsi fin qui e questo rende Uxmal un luogo molto più tranquillo, permettendo un'esperienza più intima con i suoi monumenti.




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