Periodo: Dal 14 febbraio al 4 giugno 2023
Dove: Centro culturale Altinate | San Gaetano – Padova
“Ho avuto due incidenti gravi nella mia vita, uno nel quale un autobus mi scaraventò a terra… l'altro incidente è Diego”
Sono le parole della pittrice Frida Kahlo, parole che riassumono molto bene i punti cruciali della vita dell'artista. È a causa del primo incidente infatti, quello che la costrinse a letto per un anno circa, che la giovane Frida iniziò a dipingere. Ed è grazie al secondo, l'incontro con quello che poi diverrà suo marito, il pittore Diego Rivera, che Frida acquisì notorietà.
Spesso le opere dei pittori sono lo specchio della vita e delle loro esperienze ma Frida Kahlo, più di altri, riesce a trasmettere e a concentrare nei suoi dipinti tutte le sfumature della sua intensa esistenza. La collezione dei coniugi Gelman, su cui si basa la mostra, vanta diversi schizzi, alcuni importanti autoritratti, quadri e fotografie di Frida e altri pittori messicani del XX secolo.
Natasha Gelman, di origine morava, e Jacques Gelman, di origini russe, si stabiliscono in Messico dove si sposano nel 1941, diventando in seguito messicani a tutti gli effetti. Le esperienze fatte in Europa portano Jacques ad appassionarsi all'arte e, in particolar modo, all'arte contemporanea. Inizia a collezionare opere di pittori europei e messicani. La coppia vive in una Città del Messico in pieno fermento politico e culturale ed entra in contatto con diversi artisti dell'epoca, tra cui Frida e Diego, dei quali diverranno amici.
La mostra di Padova si apre proprio con i ritratti di Natasha e Jacques commissionati a diversi pittori messicani. È interessante osservare il contrasto tra il ritratto di Natasha fatto da Diego Rivera e quello fatto da Frida. Diego, sensibile al fascino femminile, la ritrae infatti in una posa sensuale, avvolta da un tripudio di calle bianche e con uno sguardo magnetico puntato dritto sull'artista che la ritrae. Frida invece ritrae la committente in un'opera di dimensioni molto ridotte, con un taglio quasi fotografico, la bocca è socchiusa con gli angoli leggermente rivolti all'ingiù mentre gli occhi guardano lontano lasciando trasparire un velo di malinconia.
Seguono poi diversi lavori di artisti come Maria Izquierdo, David Alfaro Siqueiros, Miguel Covarrubias e Rufino Tamayo, protagonisti del modernismo messicano.
Anche la fotografia occupa un posto importantissimo in questa mostra. Frida è stata ritratta da diversi fotografi famosi come Nikolas Muray, Lucienne Bloch e Lola Álvares Bravo, i quali hanno saputo cogliere diverse sfumature della quotidianità dell'artista, tant'è che guardando le loro foto si ha la sensazione di poter spiare la vita dei soggetti da una finestra.
Si prosegue con una raccolta di opere di Diego Rivera. Assoluto protagonista dell'arte messicana contemporanea, Diego ci porta nella cultura del suo paese attraverso i murales e i dipinti. Traspare una dolcezza inaspettata da quadri come Venditrici di calle e Girasoli, dove l'artista ritrae scene di vita quotidiana delle popolazioni indigene del Messico. Dalle lettere di Frida veniamo ad apprendere che Diego nutriva un rapporto viscerale con la gente del suo paese, i bambini e gli animali, non era quindi raro che proprio questi fossero i soggetti delle sue opere.
Arriviamo ora al cuore della mostra: le opere di Frida. Perché questa artista suscita così tanto fascino e interesse? Sono le sue opere o la sua vita ad appassionare davvero le persone? Io credo che la risposta sia un misto di entrambe. Le opere di Frida non possono prescindere dalla sua vita privata. Ogni suo schizzo, quadro e fotografia parla di quello che lei era, delle sue emozioni e di ciò in cui credeva. Nata nel 1907, Frida amava chiamarsi figlia della Rivoluzione, spostando la sua data di nascita al 1910 proprio per farla coincidere con l'inizio di questo evento storico. In seguito a un incidente durante l'adolescenza, Frida sarà costretta a letto per diverso tempo dove, armata di colori e di uno specchio, inizia a dipingere diversi autoritratti: “dipingo me stessa perché trascorro molto tempo da sola e perché sono il soggetto che conosco meglio”.
Incontra Diego Rivera mentre egli è intento a realizzare un murales alla Scuola Nazionale Preparatoria e se ne innamora immediatamente. Diego non diventerà solo suo marito ma anche un prezioso complice nel mondo artistico.
Emotivamente distrutta dai continui tradimenti di Diego e da due aborti, Frida trasmette su tela ciò che prova nei momenti difficili. All'interno della mostra spiccano i quadri Diego nei miei pensieri e L'amoroso abbraccio dell'universo, la terra (Messico) Diego, io e Señor Xolotl, nei quali Frida racconta l'importanza centrale che ha il suo rapporto con il marito. Nella prima tela Diego occupa lo spazio del terzo occhio sulla fronte dell'artista, potrebbe significare che il marito è una presenza costante nella sua mente, che è fonte di ispirazione o un'importante guida ma, allo stesso tempo, l'opera è stata letta anche come una rappresentazione del desiderio di possedere Rivera. Nel secondo dipinto Diego è rappresentato come un bambino adulto stretto in un abbraccio materno da Frida, che a sua volta è tenuta in un abbraccio da una figura femminile che sembra voler rappresentare madre natura o una divinità. Resta una delle opere più enigmatiche della pittrice.
Fanno parte della mostra anche alcuni abiti tradizionali messicani. Frida capiva l'importanza dell'immagine e dell'abbigliamento come forma di comunicazione. Orgogliosa della sua identità, indossava abiti tradizionali della sua terra, ornati da copricapi e gioielli che l'hanno resa un'icona di styling al punto di guadagnarsi addirittura una copertina su Vogue. Le fotografie di Nikolas Muray, infine, sono una gioia per gli occhi, la pittrice viene immortalata in abiti dai colori sgargianti, con il suo immancabile rossetto rosso e impreziosita dai suoi gioielli.
A questo punto la mostra volge al termine, gli occhi pieni di colore e la sensazione di un'incredibile vicinanza emotiva alle vicissitudini dell'artista. Attraverso le sue opere così dense di sentimenti si impara ad apprezzare Frida Kahlo non solo come artista ma anche come persona culturalmente, politicamente e socialmente impegnata. Non si può che uscirne arricchiti.
C'è tempo fino al 4 giugno per visitarla, un'occasione da non perdere!
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